Fiorenzo Zaffina interviene sui muri a colpi di piccone o col martello pneumatico, per metterne a nudo le viscere, svelarne l’essenza, ascoltarne il respiro. Strappa dal buio le loro interne profondità forgiate nel tempo, poi bloccato e imprigionato in forma e struttura, di là dal tempo stesso. Nell’installazione “Orbitale”, realizzata dall’artista presso il MAAM, un’asta metallica preesistente, dipinta di verde, attraversa l’intera parete per poi sbucare libera dall’altra parte, dove campeggiano vecchi motori industriali. Questa, pone l’accento sull’interazione con il luogo, quasi un’archeologia del futuro che annulla lo spazio-tempo. L’andamento diagonale della sbarra può anche alludere all’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano orbitale, che com’è noto, determina il ciclo delle stagioni.

Sulla pelle del muro spiccano gli anelli ellittici che Fiorenzo ha inciso e quindi dipinto con colori energetici: rosso, arancione, giallo. Suggeriscono i movimenti dei corpi celesti intorno a un “corpo padre”. Questo pianeta centrale, qui rappresentato da un buco -in parte già esistente, in parte scavato dall’artista- può identificarsi con l’Altrove, insito nel nome stesso del MAAM, che, in presenza di forza centripeta (gravitazionale), è capace di attrarre a sé ogni altro pianeta orbitante.

La Luna compie tre movimenti principali: il moto di rivoluzione intorno alla terra, il moto di rotazione intorno al proprio asse e il moto di traslazione, insieme alla Terra, intorno al Sole.

Questi moti, di rotazione e di rivoluzione, producono l’alternarsi del giorno e della notte: luce e buio, primordiale percezione d’ogni dualismo universale. Ogni cosa di fatto si conosce dal suo opposto. La vita stessa si basa sull’esistenza dei contrari e su tale opposizione crea il movimento. Se i due poli non esistessero, vivremmo nell’indifferenziazione, in quanto la vita non avrebbe modo di manifestarsi. Nei fenomeni cosmici, nella vita biologica, come nella materia psichica.

Lori Adragna